Arti in dialogo

Tornare nel “mio” dipartimento di Via San Gallo è stato un piacere, ma visitare le sale di Palazzo Marucelli-Fenzi eccezionalmente aperte al pubblico lo è stato ancor di più.

La facciata di Palazzo Marucelli Fenzi (Via San Gallo 10)

In questo imponente edificio progettato intorno al 1630 da Gherardo Silvani per la famiglia Castelli, ereditato alla fine del secolo dalla famiglia Marucelli e nel 1829 acquistato da Emanuele Fenzi, ha sede il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (Sagas) dell’Università degli Studi di Firenze, che in collaborazione con il Museo Ginori, la Direzione regionale musei della Toscana, l’Opificio delle Pietre Dure e l’Associazione Amici di Doccia, ha organizzato la mostra Arte in dialogo: echi tardo barocchi nelle sculture del Museo Ginori, aperta fino al 17 febbraio.

La vecchia sala di lettura del dipartimento (Sala di Ercole)

Un paio delle belle sale, decorate agli inizi del Settecento da Sebastiano Ricci, ospitano infatti l’interessante selezione di opere provenienti dalle collezioni del marchese Carlo Ginori, fondatore della Manifattura di Doccia.

La sala con gli affreschi raffiguranti La sconfitta di Marte e l’instaurarsi dell’età dell’oro e le opere in porcellana della Manifattura

Nata per risollevare l’economia dell’area intorno a Sesto Fiorentino, la fabbrica venne allestita in una villa vicino alla residenza di famiglia che il marchese aveva acquistato alcuni mesi prima. Appassionato di studi chimici e alchemici, Carlo Ginori intendeva replicare la formula per produrre la porcellana, allora ancora “segreta” (non era noto l’uso del caolino) e che per questo veniva importata da Cina e Giappone.

Endimione, Manifattura Ginori 1750 (da Agostino Cornacchini)

Nei primi anni della sua attività la Manifattura realizzò piccole sculture tratte da opere originali di Giovan Battista Foggini, Massimiliano Soldani Benzi, Giuseppe Piamontini, Antonio Montauti e Agostino Cornacchini, appositamente restaurate ed esposte insieme ai modelli in cera e terracotta per “dialogare” con i meravigliosi affreschi eseguiti da Sebastiano Ricci (tra i pittori prediletti dal Gran Principe Ferdinando dei Medici) e le bianche figure in stucco di Giovan Martino Portogalli e Giovanni Baratta (uno dei maggiori scultori di epoca tardo barocca).

La sala con la Giovinezza al bivio e altre opere della Manifattura

Gli affreschi del Ricci della prima sala raffigurano La sconfitta di Marte e l’instaurarsi dell’età dell’oro, con i sorprendenti Tritoni e Nereidi del Portogalli, mentre nella seconda sala vediamo la Giovinezza al bivio, impreziosito con le figure di putti e animali di Giovanni Baratta. Molto bello anche il ciclo conservato nella Sala di Ercole (la vecchia sala di lettura del dipartimento) sempre del Ricci, così come la tela applicata al soffitto nella saletta attigua che rappresenta L’amore punito.

Dettaglio delle figure a stucco della seconda sala

La mostra “Arti in dialogo”, a cura di Cristiano Giometti, Andrea Di Lorenzo e Rita Balleri, resterà aperta fino al 17 febbraio. Le visite con prenotazione obbligatoria si svolgono di martedì, giovedì e venerdì dalle ore 15 alle ore 19. Per info e prenotazioni mostra.fenzi@gmail.com

L’amore punito di Sebastiano Ricci

Un ringraziamento a Viola e Lisa che ci hanno guidato questo pomeriggio e soprattutto all’amica e collega Isabella Tronconi che aveva riservato il turno di visita per il nostro gruppo Amo Firenze e la Toscana.

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

2 pensieri riguardo “Arti in dialogo

  1. Come sempre brava Elena.
    Conoscevo il Palazzo e ci sono stato per assistere alle lezioni di storia del prof. Cipriani ma non ho visto la mostra che andrò a vedere. Grazie.

    Piace a 1 persona

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