Di case-torri si sa che era piena Firenze, ma quella in Piazza Santa Elisabetta ha una particolare forma cilindrica e una storia iniziata circa duemila anni fa.
Per molti questa è la costruzione più antica della città, che in origine faceva parte di un impianto termale della città romana e venne poi trasformata in fortificazione durante la guerra tra Goti e Bizantini (VI secolo d.C.).
La cinta muraria risalente al I secolo a.C. potrebbe in effetti essere stata rimpicciolita per difendere quel poco rimasto del fiorente municipium di epoca imperiale, più volte saccheggiato dai barbari e ormai in buona parte spopolato, ma va ricordato che non tutti gli archeologi ammettono l’esistenza di una vera e propria cerchia bizantina, ipotizzando la creazione di palizzate e muraglie con materiali di recupero e assai deperibili (che per questo non sono stati rinvenuti).

È invece confermato dalle fonti storiche che nel Duecento la torre venisse usata come carcere femminile, da cui deriva il termine “pagliazza”, ossia il giaciglio in paglia su cui venivano fatte dormire le detenute.
Nel frattempo accanto alla torre era stata costruita una chiesa intitolata a San Michele Arcangelo, secondo la tradizione fondata dai Longobardi nel VII secolo e ristrutturata in stile romanico nel XII secolo. L’edificio apparteneva alle monache benedettine del convento di Sant’Ambrogio ed è menzionato per la prima volta in una bolla papale del 1141 indirizzata alla badessa, in cui Innocenzo II fa riferimento alla Ecclesiam S.Michaelis in Palchetto. Non sappiamo esattamente perché la chiesa fosse chiamata San Michele in Palchetto (forse perché era rialzata dal suolo?) ma dagli inizi del Quattrocento fu detta “delle Trombe” perché nel suo popolo vivevano i trombettieri del Comune. La dedica a Santa Elisabetta arrivò nel Cinquecento, quando venne affidata ai preti della Congrega della Visitazione, mentre la torre diventò il campanile della chiesa e da allora ne condivise il destino.

Le leggi emanate nel 1785 dal granduca Pietro Leopoldo soppressero quasi tutte le confraternite laicali e i capitoli delle compagnie di carità fiorentine, così molte piccole chiese e oratori – come nel caso di San Michele delle Trombe – furono chiuse e cambiarono destinazione d’uso. Spogliata dei suoi arredi (tra cui la bellissima tavola di Mariotto Albertinelli oggi agli Uffizi) e occupata da private abitazioni, dell’antica chiesa si persero rapidamente le tracce, mentre verso la metà dell’Ottocento la torre fu inclusa all’interno del modesto “Albergo del Giglio”, rimasto aperto fino al 1967.

L’immobile fu allora acquistato dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni e tra il 1983 e il 1988 completamente restaurato su progetto di Italo Gamberini, che liberò la torre dalle strutture che ne coprivano la vista dalla piazza. L’intervento rese “possibile leggere il volume cilindrico definito da una muratura a vista in laterizio e a filaretto di calcare e arenaria, con un ampio fornice ad arco ribassato al terreno e grandi finestre ad arco all’ultimo piano, sotto le quali si allineano una serie di buche pontaie fornite di mensole. Nella parte centrale del corpo sono varie finestre rettangolari disposte irregolarmente. Un arco rampante, che segna l’accesso a un chiasso, collega la torre agli edifici circostanti.” (dal Repertorio delle Architetture Civili di Firenze alla voce Torre della Pagliazza).

Oggi la torre e gli edifici adiacenti ospitano l’Hotel Brunelleschi, in cui è stato allestito un museo (visitabile su richiesta) con la documentazione relativa agli scavi, che hanno riportato alla luce gli ambienti di età romana e le numerose ceramiche rinvenute, databili soprattutto al XVI e XVII secolo.
Bibliografia di riferimento
Giuseppe Richa, Notizie Istoriche delle chiese fiorentine divise ne’ suoi quartieri, Firenze 1755 (pag. 238) che potete leggere on line al seguente link: https://books.google.it/books?id=w5wjML5URisC&pg=PA236&source=gbs_toc_r&cad=3#v=onepage&q&f=false
Come sempre brava Elena! Ci voleva una relazione così dettagliata e completa per divulgare la storia di questo interessante argomento che quasi nessuno conosce.
Gian Piero
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Grazie mille! Mi fa sempre molto piacere leggere i tuoi commenti sugli articoli 💪🏻❤️
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