Un castello, un museo e Dante


Passando da Piazza dei Giudici vi sarà certamente capitato di osservare la bella meridiana posta di fronte all’ingresso del Museo Galileo, su cui vediamo arrampicarsi una piccola salamadra.

La meridiana di Piazza dei Giudici

Installato nel 2007 come “ornamento matematico” del museo, questo complesso orologio solare progettato da Louise Schnabel e Federico Camerota, è formato da uno gnomone creato con due stele di bronzo (una per il giorno e una per la notte) con in cima un globo di vetro ed il quadrante inciso sul pavimento della piazza, che indica il giorno, la data, il segno zodiacale e l’ora reale.

Il quadrante della meridiana

Il Museo Galileo e l’Istituto di Storia della Scienza si trovano nell’antico Palazzo Castellani, dove un tempo sorgeva il Castello d’Altafronte, dal nome della nobile famiglia fiorentina che vi abitò fino al 1180, prima di passare agli Uberti. Posto a guardia del porto fluviale e unito alla cerchia muraria, l’edificio fu distrutto dalla terribile piena dell’Arno nel 1333 e ricostruito in forma di palazzo, passando poi di proprietà alla famiglia Castellani. Nel 1574 l’edificio accolse i Giudici di Ruota (i simboli di questa antica magistratura sono ancora visibili sulla facciata) che vi rimasero fino al 1841.

L’insegna dei Giudici sulla facciata di palazzo Castellani

Restaurato nell’Ottocento, il palazzo divenne la sede di varie istituzioni (tra cui l’Accademia della Crusca e la Deputazione di Storia Patria, oltre ad aver ospitato le collezioni di manoscritti della Biblioteca Nazionale) fino al 1930, quando a seguito della Prima Esposizione Nazionale di Storia della Scienza, l’Università di Firenze decise di utilizzare questa sede per esporre la prestigiosa collezione di strumenti di epoca medicea e lorenese.

Via Castellani vista da Piazza dei Giudici

Ma che legame ha questo luogo con Dante?

Torniamo a parlare del Castello d’Altafronte, che probabilmente fu costruito prima del XI secolo come fortificazione sulla riva destra del fiume e venne usato dalla contessa Matilde di Canossa come residenza durante i suoi soggiorni in città. Parti delle fondamenta sono state ritrovate nel corso dei lavori di restauro del piano seminterrato di palazzo Castellani, mentre lungo l’odierna Via Castellani esisteva un muro che affiancava il fossato chiamato Scheraggio e collegava il castello con le mura.

Piazza dei Giudici

Il Castello d’Altafronte doveva quindi essere nato come baluardo difensivo, ma all’epoca di Dante era abitato dalla famiglia del giudice Altafronte (o Altafonte). Che tipo di rapporti potessero esserci con il poeta non lo sappiamo, ma curiosamente questo nome compare nella famosa tenzone poetica tra Dante e Forese Donati (cugino di sua moglie Gemma e fratello di Corso):

Dal castello Altrafonte ha’ ta’ grembiate, ch’io saccio ben che tu te ne nutrichi. Ma ben ti lecerà il lavorare, se Dio ti salvi la Tana e ’l Francesco, che col Belluzzo tu non stia in brigata.”(Rime, LXXVI 7)

Queste parole sono rivolte da Forese a Dante nel quarto sonetto composto per una sorta di duello in versi che vide i due amici infamarsi a vicenda; iniziato con Dante che accusava Forese di trascurare la moglie e di essere un ladro e un ingordo, Forese rispose dandogli del vile e del miserabile, tanto da campare con gli aiuti ricevuti “a grembiate”, cioè in gran quantità, dal Castello d’Altafronte. Sulla natura di questi aiuti (erano viveri o denaro?) il dibattito tra i dantisti è ancora aperto, anche se si fatica a credere che il poeta abbia ricevuto delle somme illecite, oltretutto in un periodo in cui la sua carriera politica non era neppure iniziata; quello che invece è certo è il riferimento alla famiglia di Dante, quando vengono menzionati la sorella Tana e il giovane fratello Francesco.

Dante e Virgilio incontrano Forese nel Purgatorio (Foto Wikipedia)

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

2 pensieri riguardo “Un castello, un museo e Dante

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