Passeggiando per le piazze di Firenze vi sarà certamente capitato di vedere delle alte colonne in pietra o in marmo, che in passato costituivano una preziosa forma di arredo urbano a scopo celebrativo. Ognuna di queste, infatti, venne posta per commemorare un evento di grande rilevanza per la città.
In uno dei miei precedenti articoli, vi avevo parlato della Colonna di San Zanobi che si trova a fianco del Battistero. La bella stele in marmo coronata da una croce, fu innalzata nel luogo in cui, secondo la tradizione, il 26 gennaio 429 un olmo secco rifiorì dopo il contatto accidentale con il sarcofago di Zanobi, il santo vescovo fiorentino vissuto tra il IV e il V secolo, mentre la salma veniva traslata dalla basilica di San Lorenzo nella cattedrale di Santa Reparata.

Quella più famosa, forse, è la Colonna dell’Abbondanza o della Dovizia nell’odierna Piazza della Repubblica. Già presente in epoca romana al centro del forum, venne collocata nell’area del Mercato Vecchio nel 1431, sormontata da una scultura di Donatello che nel 1731 cadde a terra per un cedimento del fusto e fu rimpiazzata da una copia del Foggini. La colonna fu sostituita, ma alla fine dell’Ottocento, durante i lavori di Risanamento, venne smontata e riportata qui solo nel 1956.

Ci sono poi le colonne ordinate da Cosimo I dei Medici, come la Colonna della Giustizia in Piazza Santa Trinita, che insieme alla colonna in Piazza San Felice (rimasta incompiuta) e quella di San Marco (mai realizzata) faceva parte di un programma voluto dal duca per commemorare le sue vittorie militari. Alla stele in granito proveniente dalle terme di Caracalla a Roma, che gli era stata donata da Papa Pio IV, venne poi aggiunta la scultura in porfido rosso raffigurante la Giustizia. Le operazioni di trasporto e montaggio dell’alto fusto, a cui presero parte gli immancabili Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati, furono lunghe e complesse, ma occorsero ben undici anni a Francesco della Tadda (1497-1585) per terminare la sua statua, assemblando diversi blocchi probabilmente sempre di origine antica. La solenne figura venne posta al vertice della colonna nel 1581 da Alfonso Parigi il Vecchio (allievo di Bartolomeo Ammannati e padre di Giulio) che dovette anche compensare l’evidente sproporzione tra le spalle e il corpo coprendola con un mantello di bronzo. Non fu invece mai realizzata la statua della Pace per la Colonna in Piazza San Felice, chiamata Colonna di Scannagallo e collocata nel 1572 da Bartolomeo Ammannati a pochi metri dalla chiesa di San Felice in Piazza (e dalla residenza di Pitti) per celebrare la vittoria di Cosimo sui senesi nella battaglia di Marciano. Una terza colonna con l’allegoria della Religione era infine destinata a Piazza San Marco, ma si ruppe in vari pezzi al momento del suo innalzamento e non venne mai più sistemata.

Ricordo infine le colonne dedicate alle imprese di San Pietro Martire, il frate domenicano venuto da Verona per combattere gli eretici. In passato, la Colonna di Piazza Santa Felicita era coronata da una statua del santo (prima una in terracotta, poi rifatta in marmo ed entrambe andate perdute) e la stessa colonna venne ricostruita dopo i danneggiamenti subiti dalle mine tedesche nel 1944. Allo stesso personaggio sarebbero legate le vicende della Croce al Trebbio, una colonna in granito grigio che si trova all’incrocio tra Via delle Belle Donne, Via del Moro e Via del Trebbio, con il capitello decorato dai simboli dei quattro Evangelisti, su cui poggia una croce in marmo bianco con l’immagine di Cristo e di San Pietro Martire. Secondo la tradizione, la stele fu posata nel luogo in cui i Cavalieri di Santa Maria Novella sconfissero gli eretici patarini nel 1244, anche se un’iscrizione sul fusto menziona San Zanobi e l’anno 1338.

Conoscevate la storia di queste colonne? E voi ne conoscete altre in giro per Firenze?