E’ una delle prime ricorrenze nel calendario delle festività fiorentine, con la tradizionale “infiorata” in onore del santo vissuto tra il IV e V secolo dC, a cui partecipano le autorità civili e religiose, il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e i Bandierai degli Uffizi (quest’anno a causa delle misure di contenimento contro il Covid non potrà svolgersi come di consueto)
Zanobi (o Zenobio) è tra i santi più amati a Firenze e viene ricordato per la sua intensa opera di evangelizzazione nei primi – e spesso difficili – secoli del cristianesimo.
Si impegnò a lungo nella lotta contro la diffusione della dottrina ariana e nel 393 consacrò insieme a Sant’Ambrogio la basilica di San Lorenzo (la prima cattedrale della città). Alcuni anni dopo fu nominato vescovo da papa Damaso e difese coraggiosamente la popolazione durante l’assedio delle truppe ostrogote di Radagaiso, sconfitto dal generale Stilicone nell’anno 405.

A lui si deve la fondazione di varie chiese, ma lo ricordiamo soprattutto per l’evento miracoloso che si dice sia avvenuto il 26 gennaio dell’anno 429, quando le sue spoglie furono traslate dalla basilica di San Lorenzo a Santa Reparata (oggi cattedrale di Santa Maria del Fiore). Durante il tragitto, il sarcofago urtò accidentalmente un vecchio olmo rinsecchito che improvvisamente rifiorì. Il popolo iniziò a venerarlo e quando l’albero si seccò nuovamente, al suo posto venne eretta una colonna in marmo, con una croce sulla cima e un piccolo olmo in bronzo sul fusto. Di preciso non sappiamo quando la colonna fu portata lì, ma nella sua Cronaca, Giovanni Villani ci racconta che fu abbattuta dalla tremenda alluvione del 1333 e quindi ricostruita l’anno successivo.
Molti storici, però, sostengono che la data riportata sull’iscrizione trecentesca sia errata e che la traslazione sia avvenuta nel IX secolo.
In effetti, non è detto che Santa Reparata esistesse già, anche se il mito della sua fondazione è legato alla sconfitta di Radagaiso nel 405; vi è inoltre il racconto del vescovo Andrea, vissuto proprio nel IX secolo (negli anni in cui si ritiene che sia avvenuta la traslazione, cioè nel 871 o nel 876) ma che la colloca nel V secolo.. un autentico rompicapo per me!
E il fusto dell’albero che fine fece? Secondo alcuni venne usato per il Crocifisso conservato nella Chiesa di San Giovannino dei Cavalieri in via San Gallo, mentre per altri per la dossale dipinta dal Maestro del Bigallo, che si trova al Museo dell’Opera del Duomo.

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