Il Cammino di Dante in Casentino (prima parte)

Mercoledì 9 giugno 2021, nella spettacolare cornice del Castello di Poppi, si è conclusa la prima edizione del Cammino di Dante in Casentino. Un percorso tra natura, arte e storia ideato dal collega, amico ed esperto di studi danteschi Riccardo Starnotti (alias @viajandocondante) che ci ha accompagnato nei luoghi in cui il  Sommo Poeta visse i primi anni del suo esilio. Una bella e interessante iniziativa realizzata in collaborazione con diverse amministrazioni locali e che merita di essere ricordata nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante.

Arrivo del Cammino di Dante in Casentino al Castello di Poppi

Io ho partecipato alla prima settimana del Cammino, in cui da Piazza Santa Croce a Firenze abbiamo raggiunto a piedi la località di Badia Prataglia in Casentino. Per me era la prima volta e oltre alla soddisfazione personale, posso dire di aver vissuto un’esperienza davvero straordinaria. Ho scoperto una terra di assoluta bellezza (quante cose che non conoscevo e non avevo mai visto!) ma soprattutto, ho condiviso con gli amici VianDanti emozioni pure e autentiche che porterò sempre nel cuore.

Pensate che esageri? Vi ricordate cosa dicevano le persone che erano state nella casa del Grande Fratello? In effetti, la nostra situazione “ambientale” era praticamente opposta, ma vi confesso che al mio ritorno ci sono voluti almeno un paio di giorni per riadattarmi alla vita di tutti i giorni.

Durante il Cammino mi sono offerta come “inviata speciale” e ho tenuto una sorta di diario on line, postando ogni sera il riassunto della tappa.
Ma siccome sui social bisogna essere brevi, ho deciso di pubblicarlo nuovamente sul blog e in versione “integrale” (vero Nino 😉?) A dire il vero, ci sono sensazioni e situazioni difficili da riportare, ma proverò lo stesso a raccontarvi la nostra Viandanza. Buona lettura e ovviamente sempre Buon Cammino.

GIORNO 1 – Firenze.

Dante in Piazza Signoria

Inizia così la nostra avventura di VianDanti, guidati dal collega e amico Riccardo Starnotti che ci condurrà alla scoperta dei luoghi danteschi tra Firenze e il Casentino.

Il primo pomeriggio insieme è stato dedicato alla visita del quartiere medievale, nei luoghi in cui Dante visse prima del suo esilio, con l’accompagnamento musicale del maestro Matteo Mancioppi. In serata abbiamo raggiunto San Miniato al Monte, dove abbiamo ricevuto le Credenziali del Cammino e la benedizione di Padre Bernardo Gianni, abate della basilica. E per concludere in bellezza Nino ci ha invitato a cena a casa sua.. perché mangiando e bevendo ci si conosce meglio!
Domani mattina si parte a piedi da Piazza Santa Croce.

Il maestro Matteo Mancioppi ci ha accompagnato lungo tutto il Cammino con il suo violino

GIORNO 2 – Da Firenze allo Spedale del Bigallo.

VianDanti in partenza da Piazza Santa Croce

Questa mattina abbiamo lasciato la città diretti a Bagno a Ripoli. Non avrei mai immaginato di trovare la prima traccia dantesca in Via di Ripoli (siamo nella prima periferia di Firenze). Un luogo di proprietà del Comune di Arezzo, che passa quasi inosservato con il traffico e le macchine parcheggiate lungo il marciapiede. Questo piccolo spazio verde recintato con una colonna di marmo al centro, è chiamato Canto degli Aretini e vi furono sepolti i ghibellini fatti prigionieri nella battaglia di Campaldino, a cui il poeta prese parte nel 1289.

Il Canto degli Aretini in Via di Ripoli

Arriviamo alla Nave a Rovezzano e camminando lungo il fiume Arno, passiamo per il punto dove trovò la morte Corso Donati, l’avversario politico di Dante e principale responsabile del suo esilio.

Inizia la salita di Rimaggio e io già arranco (si comincia bene, penso), ma piano piano ci avviciniamo alla meta di questa tappa. Seguendo Via Vicchio e Paterno e Via di Terzano, eccoci giunti allo Spedale del Bigallo, dove passeremo la nostra prima notte da VianDanti. Fondato nel Duecento per dare ristoro a poveri e pellegrini, il suo nome deriva da “bivius Galli” (ossia il bivio tra la vecchia Via Aretina e Via del Gallo) e oggi è diventato una struttura turistica comunale.

La mia camera si chiama “Scolastica”, è molto spaziosa e accogliente, con una porticina che conduce al giardino sul retro, circondato dagli ulivi. Tutti gli ambienti sono molto suggestivi, come la cucina con un grande camino e il lavabo in pietra.

Ultima curiosità: a poca distanza da qui, in località La Fonte, si trovava la cosiddetta Fonte del Pidocchio, dove pare che i soldati al seguito di Carlo V vennero a lavarsi (o meglio a spulciarsi) prima di mettere Firenze sotto assedio nel 1529.

VianDanti in cammino verso il Bigallo

GIORNO 3 – Dallo Spedale del Bigallo a Pieve a Pitiana

L’antica Via Florentia poi denominata Via Ghibellina

Terza giornata del Cammino, trascorsa nel bosco sulla storica Via Ghibellina, che a sua volta riprende il tracciato di un’antica strada romana (la Via Florentia), di cui è ancora in parte visibile il selciato originale.

Partiti dal Bigallo e arrivati in località Bombone, nel primo pomeriggio siamo stati ricevuti da Sonia Tinuti, Assessore alla Cultura del Comune di Rignano sull’Arno, che ringraziamo per la calorosa accoglienza.

VianDanti in Comune a Rignano sull’Arno

Ripresa la marcia dalla piccola frazione di San Clemente, siamo arrivati alla meta della tappa di oggi, la bella pieve di San Pietro a Pitiana, che si dice fondata dalla contessa Matilde di Canossa (anche se le prime notizie sulla torre campanaria sono precedenti e risalgono al 1028!)

L’arrivo nella piazza di fronte alla Pieve di San Pietro a Pitiana

Nel Cinquecento, accanto alla chiesa, l’Ospedale di Santa Maria Nuova fece costruire una fattoria, poi trasformata in Villa dai marchesi Pucci e passata nell’Ottocento ai conti Guicciardini. In particolare, in questa zona si ricorda la figura di Ferdinando di Carlo Guicciardini, al quale venne conferito il diploma d’onore per le aziende agrarie nel 1903.

Domani cammineremo fino all’abbazia di Vallombrosa ed entreremo ufficialmente in Casentino.

La pieve di San Pietro a Pitiana

GIORNO 4 – Da Pitiana a Montemignaio.

Continua la nostra marcia da VianDanti, con una tappa assolutamente incredibile del Cammino, che ci ha fatti ufficialmente entrare in Casentino.

Questa mattina abbiamo attraversato la foresta di abeti bianchi di Vallombrosa (oggi riserva naturale) per raggiungere l’abbazia. La salita con la S maiuscola, mai fatta una cosa simile! Ma adesso ho capito perché lo chiamano il Circuito delle Cappelle, avevo le visioni anche io quando sono arrivata in cima!

I VianDanti a Vallombrosa

L’antico edificio venne costruito nel XI secolo da San Giovanni Gualberto, fondatore della congregazione – detta appunto dei Vallombrosani – che da sempre ha uno speciale rapporto con la natura. Ringraziamo moltissimo Piero Giunti, sindaco di Reggello e Priscilla Del Sala, Assessore alla Cultura, per averci accolto al nostro arrivo e Padre Giuseppe per averci mostrato gli ambienti più suggestivi del monastero.

La cucina dell’abbazia di Vallombrosa

Giusto il tempo per mangiare qualcosa e riprendiamo il cammino, seguendo la Via del Granduca, la strada fatta realizzare da Pietro Leopoldo di Lorena per andare dal Valdarno al Casentino. Un altro spettacolare sentiero nel bosco ci porta fino a Montemignaio, dove ci attende l’amico Angiolino Sabatini per mostrarci la pieve romanica di Santa Maria Assunta, che conserva opere preziose, tra cui una bella robbiana che raffigura la Madonna in Trono con Bambino e Santi.

La pieve romanica di Santa Maria Assunta a Montemignaio

Questa sera dormiremo nella casa gentilmente messa a disposizione da Angiolino e la sua compagna Olga, che ha cucinato per noi dei piatti squisiti! Da domani inizieremo a scoprire il Casentino, il tempo si è rimesso, speriamo non faccia troppo caldo.

(Continua…)

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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