18 febbraio, giornata dell’Elettrice Palatina

Donna saggia e consapevole del proprio destino, Anna Maria Luisa de’ Medici è diventata famosa per il dono fatto ai fiorentini (e ai visitatori di tutto il mondo) qualche anno prima della sua morte, avvenuta il 18 febbraio 1743.

Il “Patto di Famiglia” stipulato con Francesco Stefano di Lorena il 31 ottobre 1737 vincolava le collezioni medicee alla città di Firenze e di fatto imponeva ai nuovi regnanti l’inamovibilità dei beni come requisito essenziale per il passaggio di proprietà.

Tradotto significa: niente poteva essere venduto o trasportato al di fuori della Toscana. Questa convenzione ha quindi permesso di preservare l’immenso patrimonio artistico che oggi è conservato nei vari musei della città.

Articolo III del Patto di Famiglia
che vincola il patrimonio artistico di famiglia
alla città di Firenze
Foto Italianostra

Ogni anno il Comune di Firenze rende omaggio all’ultima discendente del ramo granducale dei Medici con l’ingresso gratuito ai musei civici fiorentini e Palazzo Medici Riccardi e la possibilità di incontrare il personaggio dell’Elettrice Palatina nelle giornate del 18 e 22 febbraio (link al programma completo delle iniziative)

Antonio Franchi,
Ritratto di Anna Maria Luisa de’Medici
1690, Firenze, Palazzo Pitti
Ph. credits Wikipedia

Ospite in casa sua. Fu così che Anna Maria Luisa trascorse gli ultimi anni della sua vita, in un’ala di palazzo Pitti appositamente riservata per lei.

Quelle stanze, in fondo, erano tutto ciò che le restava. Il Granducato, ormai, non apparteneva più alla sua famiglia, che con la morte del fratello Gian Gastone aveva perso ogni diritto alla successione. Il padre Cosimo III aveva tentato in ogni modo di mantenere l’indipendenza della Toscana, ma l’imperatore Carlo VI non aveva voluto sentire ragioni e aveva scelto gli Asburgo Lorena come futuri regnanti. Del resto era così che funzionava: il titolo conferito ai Medici era una prerogativa dell’Impero e in assenza di eredi legittimi, l’Impero faceva valere la sua prerogativa. Erano antiche norme di diritto feudale, forse un pò datate per la metà del Settecento, ma all’occorrenza ritenute ancora validissime. Difatti nessuno ebbe da obiettare alle rivendicazioni imperiali e nessuno volle aiutare Cosimo III, che peraltro non godeva della stima degli altri sovrani europei.

Nel 1716 Anna Maria Luisa rientrò a Firenze per stare vicino all’anziano padre, rimasto solo con il figlio Gian Gastone. La figlia prediletta del Granduca era rimasta vedova e dopo 25 anni trascorsi a Dusseldorf con il consorte Giovanni Carlo Guglielmo I, Principe elettore del Palatinato (da qui il nome di Elettrice Palatina) aveva deciso di tornare a casa.

Tutto sommato erano stati anni felici quelli in Germania.

Dal matrimonio non erano nati figli (si diceva a causa della sifilide che aveva contratto dal marito e l’aveva resa sterile) ma la coppia era vissuta serenamente a lungo insieme. Anna Maria Luisa amava l’arte, la musica e il teatro e si era distinta per il suo mecenatismo a corte, convincendo Guglielmo a ricostruire il castello di Bensberg.

Jan Frans van Douven,
Anna Maria Luisa e Guglielmo, 1708
Ph. credits Wikipedia

La principessa medicea si era fatta benvolere e rispettare. Lei, così diversa da sua madre, Marguerite Louise d’Orleans, cugina del Re Sole, che aveva abbandonato la reggia di Pitti quando il fratello Gian Gastone aveva solo 4 anni, fuggendo da un marito che disprezzava e aveva mantenuto rapporti sempre più freddi e sporadici anche con la figlia. Anna Maria Luisa non aveva più rivisto la madre, che viveva a Parigi e faceva parlare di sé per il suo contegno scandaloso. I fratelli purtroppo, sembravano aver ereditato la sua indole, molto incline alla vita mondana e i vizi: Ferdinando era morto nel 1713 di sifilide e Gian Gastone, che ben presto avrebbe preso il posto del padre sul trono di Toscana, era un uomo sicuramente molto intelligente ma dalla salute malferma, alcolizzato e depresso.

Dal momento che nessuno di loro aveva avuto figli, questi Medici erano ormai rassegnati a vivere nella consapevolezza che dopo di loro la dinastia si sarebbe estinta.

Dopo le esequie di Gian Gastone, il principe di Craon, inviato del nuovo Granduca Francesco Stefano di Lorena offrì la reggenza dello stato ad Anna Maria Luisa, ma lei preferì ritirarsi dalla vita pubblica, dedicandosi al riordino delle collezioni di famiglia e alla beneficenza.

L’ultima dei Medici morì in un giorno di Carnevale, con i fiorentini tutti impegnati a preparare i festeggiamenti. Le cronache dell’epoca raccontano che quella mattina del 18 febbraio 1743 la città fu colpita da un violento temporale che durò circa un paio di ore. Poi uscì fuori il sole, come prima.

«La Serenissima Elettrice cede, dà e trasferisce al presente a S.A.R. per Lui, e i Suoi Successori Gran Duchi, tutti i Mobili, Effetti e Rarità
della successione del Serenissimo Gran Duca suo fratello, come Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioie ed altre cose preziose, siccome le
Sante Reliquie e Reliquiari, e loro Ornamenti della Cappella del Palazzo Reale, che S.A.R. si impegna di conservare, a condizione espressa che
di quello [che] è per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato, o
levato fuori della Capitale, e dello Stato del Gran Ducato
».

Articolo III del Patto di Famiglia, 1737

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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