Una Madonna bellissima

“..era ormai pronto per fare della Madonna con Bambino una nuova icona.. “

– Antonio Forcellino

Perfezione formale, armonia e delicatezza sono alcuni dei tratti distintivi della pittura di Raffaello. La Madonna del Cardellino, oggi conservata presso le Gallerie degli Uffizi, venne dipinta in un periodo che segna una significativa svolta nella sua carriera. Abbandonata la maniera del maestro Perugino, il giovane pittore si rivolse ai modelli proposti da Fra’ Bartolomeo, Leonardo da Vinci e Michelangelo.

E fin dal suo esordio i risultati furono stupefacenti.

Raffaello, Madonna del Cardellino (1506)
Firenze, Gallerie degli Uffizi
Ph. credits Wikipedia

Firenze doveva suscitare una irresistibile attrazione sugli artisti dell’epoca e Raffaello, allora poco più che ventenne, la vide come una ottima occasione di crescita e affermazione per la sua carriera. Il suo arrivo in città viene tradizionalmente fatto risalire all’ottobre del 15041, anche se appare altrettanto certa la sua presenza a Perugia nel 15052: è dunque possibile ipotizzare che egli sia effettivamente partito, ma non abbia voluto rinunciare alle committenze umbre, in attesa di emergere nell’ambiente artistico fiorentino.

Nel 1506, in occasione delle nozze tra Lorenzo Nasi e Sandra Canigiani (celebrate a Firenze il 23 febbraio) gli venne affidata l’esecuzione di una tavola, la cosiddetta Madonna del Cardellino, poi esposta nella loro casa.3

Madonna del Cardellino, dettaglio

Il dipinto raffigura la Vergine seduta su una roccia, che interrompe la lettura del suo libro e si rivolge ai bambini, mentre San Giovannino offre a Gesù il piccolo uccello simbolo della sua futura Passione4. Il gesto delicato e protettivo della Madonna evoca la semplicità degli affetti familiari di una madre premurosa e umanissima, ma che allo stesso tempo si mostra come una creatura divina e dalla sublime dolcezza.

Madonna del Cardellino, dettaglio

I personaggi dai contorni tenui e sfumati sono disposti secondo la struttura a piramide elaborata da Leonardo da Vinci5, con la solida figura di Maria che emerge sul tipico paesaggio di scuola umbra dello sfondo.

Tema tradizionalmente caro a qualunque scuola pittorica italiana, la Madonna con Bambino fu un soggetto eseguito più volte durante il soggiorno fiorentino di Raffaello.

Nella Madonna del Cardellino egli intendeva forse sperimentare una nuova tipologia di composizione, in cui applicare le giuste misure e quella armonia necessaria a ottenere l’equilibrio formale perfetto. Riuscì così a dare una connotazione elegante e raffinata a uno dei temi più popolari della pittura, accolta con grande successo tra i contemporanei e nei secoli successivi, tanto da essere identificata con l’immagine della bellezza ideale.

Note

1 Il 1 ottobre 1504 Giovanna Feltria della Rovere, sorella del duca Guidobaldo da Montefeltro, scrive una lettera al Gonfaloniere della Repubblica fiorentina Pier Soderini, in cui raccomanda il “discreto e gentile giovane” pieno di talento e già degno delle commissioni più importanti. L’autenticità della lettera sembra essere confermata da vari riscontri. In ogni caso, Raffaello sarebbe partito pochi giorni dopo l’invio della missiva.

2 Raffaello lavorò agli affreschi di San Severo a Perugia (che recano un’iscrizione con l’anno MDV) e alla Pala Ansidei per la cappella della famiglia nella chiesa di San Fiorenzo dei Serviti, oggi alla National Gallery di Londra, sempre datata 1505. Entrambe le opere mostrano evidenti influenze stilistiche dell’ambiente artistico fiorentino, in particolare Fra’ Bartolomeo.

3 Alcuni anni dopo il tetto di casa Nasi crollò e il dipinto si ruppe in ben 17 pezzi. Venne restaurato nel 1548 e fu sottoposto ad altri interventi di manutenzione nel corso dei secoli fino al grande restauro eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure tra il 2000 e il 2009.

4 Il cardellino si riconosce per la macchia rossa che ha sulla testa. Una leggenda cristiana narrava che uno di questi uccellini volò sulla corona di spine di Cristo e si mise ad estrarle, macchiandosi con il suo sangue.

5 Al suo arrivo a Firenze Raffaello vide le opere di Leonardo, tra cui il cartone per una pala d’altare mai eseguita per la SS. Annunziata e in seguito andato perduto. Del disegno abbiamo una descrizione piuttosto precisa contenuta in una lettera scritta da un frate carmelitano a Isabella d’Este nel 1501 che sembra coincidere con la celebre tavola conservata al Louvre.

Riferimenti bibliografici

Claudio Strinati, Raffaello, Firenze, Giunti, 1995

Antonio Forcellino, Raffaello. Una vita felice, Roma, Edizioni Laterza, 2006

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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