Venerdì 31 gennaio le Gallerie degli Uffizi celebrano la seconda edizione della Festa dei Doni con ingresso scontato per le coppie, visite e spettacoli per l’intera giornata (programma completo della giornata sul sito del museo)

Firenze, Gallerie degli Uffizi
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L’evento vuole ricordare il matrimonio tra Agnolo Doni e Maddalena Strozzi che avvenne proprio il 31 gennaio del 1504 a Firenze. In occasione delle loro nozze, la coppia commissionò a Michelangelo il celebre dipinto con la Sacra Famiglia (noto come Tondo Doni) oggi conservato alle Gallerie degli Uffizi nella stessa sala in cui sono esposti anche i ritratti dei due coniugi.
I dipinti furono eseguiti da Raffaello intorno al 1505-1506 e rimasero a palazzo Doni fino al 1826, quando vennero donati al Granduca Leopoldo II di Lorena che li fece sistemare nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

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Il ritratto di Agnolo mostra il ricco mercante seduto in terrazza, con il braccio appoggiato alla balaustra, in posa di tre quarti e con lo sguardo intenso, rivolto verso lo spettatore. L’abito ampio e ricercato e gli anelli alle dita rivelano la sua elevata condizione sociale, ma ciò che colpisce maggiormente è la straordinaria resa naturalistica del volto dell’uomo, i suoi capelli crespi, le mani leggermente gonfie che fanno intravedere le vene in rilievo.

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Il ritratto di Maddalena Strozzi risulta invece più impostato e idealizzato, come era consuetudine dell’epoca, per mettere in risalto l’alto rango della donna, ma senza eccedere nell’introspezione del personaggio. Anche lei è posta seduta di tre quarti, con un elegante abito dalle maniche staccabili e di un acceso colore blu che mette in risalto la preziosa damascatura della stoffa. Sono evidenti i riferimenti con la Gioconda, ma senza le allusioni nascoste tipiche delle opere di Leonardo. Quella che ci mostra Raffaello è una donna non particolarmente bella, dal viso rotondo e con lo sguardo rivolto verso l’esterno, che peraltro indossa vari gioielli, con ogni pietra che rimanda a una precisa simbologia: lo smeraldo indica saggezza, il rubino forza e lo zaffiro castità, mentre la grande perla del pendente a forma di goccia rappresenta la fedeltà coniugale. Una curiosità: le radiografie hanno rivelato che lo sfondo originale del dipinto era una stanza con la finestra, poi modificato nel paesaggio di scuola umbra simile a quello del ritratto del marito.
Dal giugno 2018 (quando i ritratti dei Doni sono stati ricongiunti con il Tondo di Michelangelo) è possibile ammirare le opere in speciali teche di vetro che permettono di osservarne anche il retro, con una decorazione a monocromo raffigurante il mito di Deucalione e Pirra, attribuita a un suo seguace.
Apertura della nuova Sala di Michelangelo – video del 6 giugno 2018: https://www.facebook.com/seeflorence.it/videos/vl.698580360278342/1731599013623760/?type=1
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