Nel 2025 ricorrono i 550 anni dalla nascita di Michelangelo e l’arrivo del mese di marzo ha dato ufficialmente inizio alle celebrazioni che saranno dedicate all’artista nel corso dell’intero anno.
Tra le varie manifestazioni in programma, non solo a Firenze, mi fa piacere segnalare anche quella realizzata nell’ambito di Attivamente, i corsi di educazione non formale ideati e promossi da un gruppo di volontari di Carmignano (PO) con il supporto organizzativo dell’Ufficio Cultura del Comune. Anche quest’anno ho avuto il piacere di collaborare alle loro iniziative come docente del corso Michelangelo 550, in cui abbiamo ripercorso la vita e le opere del maestro e che si è concluso lo scorso 9 marzo con la visita al museo Casa Buonarroti a Firenze.

Casa Buonarroti il 9 marzo 2025
Michelangelo era nato il 6 marzo 1475 a Caprese, piccola frazione della Val Tiberina, dove il padre Ludovico Buonarroti era stato inviato a ricoprire la carica di podestà. Al rientro della famiglia, il piccolo Michelangelo aveva trascorso i primi anni della sua infanzia a Settignano, affidato alle cure di una balia figlia e moglie di scalpellini e poi, intorno ai dodici anni, era entrato a lavorare nella bottega di Domenico Ghirlandaio. Ma la sua permanenza alle dipendenze del famoso maestro non era durata quanto previsto e il ragazzo aveva iniziato a frequentare il cosiddetto Giardino di San Marco, una sorta di accademia allestita da Lorenzo il Magnifico, dove giovani artisti di talento potevano esercitarsi e perfezionare la propria tecnica nel disegno e nella scultura, sotto l’attenta supervisione di Bertoldo, anziano allievo di Donatello.

(Palazzo Pitti)
E’ proprio in questo periodo che Michelangelo aveva eseguito due delle sue prime opere, la Madonna della Scala (1491 ca.) e la Battaglia dei Centauri (1492 ca.), entrambe conservate presso Casa Buonarroti. Risale a quest’epoca anche il celebre aneddoto della Testa di Fauno, che il giovane scultore era ansioso di mostrare a Lorenzo il Magnifico, venuto un giorno in visita al giardino. Lorenzo si era complimentato con lui, ma per prenderlo un po’ in giro gli aveva fatto notare che per essere un fauno anziano i suoi denti erano troppo perfetti. Allora Michelangelo aveva preso il trapano e dopo averne cavato uno, era tornato dal Magnifico per mostrargli la modifica. E pare che sia stato allora che Lorenzo, sorpreso e divertito dalla prontezza e dall’abilità di Michelangelo, lo avesse preso sotto la sua protezione, ospitandolo a Palazzo Medici. L’opera originale è andata perduta, ma l’episodio è stato raffigurato da vari artisti, come l’affresco di Ottavio Vannini che si trova a Palazzo Pitti e la scultura di Cesare Zocchi, conservata sempre a Casa Buonarroti e di cui esistono varie repliche.

Casa Buonarroti
Negli anni successivi, dopo la morte del Magnifico, i rapporti di Michelangelo con il figlio Piero si erano fatti sempre più tesi e qualche settimana prima della cacciata dei Medici egli era fuggito a Bologna. Tornato a Firenze alla fine del 1495, era poi ripartito per Roma (al primo soggiorno romano risale l’esecuzione della famosa Pietà nella basilica di San Pietro) e una volta rientrato a Firenze gli era stata affidata l’esecuzione del colossale David, terminato nel 1504.
Michelangelo era allora considerato uno dei maggiori artisti del suo tempo e godeva già di grande fama. La sua vita e la sua carriera sarebbero andate avanti per altri 60 anni, in cui egli si mise al servizio di diversi papi e per loro realizzò altri capolavori assoluti, come la volta della Cappella Sistina per Giulio II, il Giudizio Universale completato sotto il pontificato di Paolo III e l’impegnativo cantiere della basilica di San Pietro, mentre a Firenze i due papi Medici, Leone X e Clemente VII, lo avevano tenuto per mesi impegnato nei progetti del complesso di San Lorenzo.

(ph. credits Sailko)
Da qui Michelangelo era ripartito per Roma nel 1534, lasciando incompiute alcune sculture delle sepolture medicee nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, che andavano così ad aggiungersi ai cosiddetti Prigioni, oggi conservati alla Galleria dell’Accademia, sbozzati e mai impiegati nella lunghissima e complicata esecuzione della tomba di Giulio II.
Vi erano quindi tanti luoghi al termine del corso – in cui abbiamo approfondito gli argomenti sopra brevemente riportati – che avremmo potuto visitare a Firenze, ma ho scelto di guidare i miei “allievi“ a Casa Buonarroti, sia per accedere ad un luogo obiettivamente meno congestionato rispetto ad altri musei, sia perché insieme alle opere del giovanissimo Michelangelo il museo conserva un bellissimo ciclo decorativo nella Galleria e le altre sale monumentali del primo piano.

Questi ambienti vennero infatti commissionati da Michelangelo il Giovane, pronipote dell’artista, nato pochi anni dopo la sua morte e figlio dell’amato nipote Leonardo Buonarroti e la moglie Cassandra Ridolfi, per celebrare la memoria dello zio. Il ricco e complesso programma decorativo, che vide impegnati artisti molto importanti (tra i quali l’Empoli, il Passignano, il Volterrano, Francesco Furini, Jacopo Vignali, Matteo Rosselli, Cecco Bravo e persino Pietro da Cortona e Artemisia Gentileschi) rappresenta uno dei gioielli del Seicento fiorentino.
L’appuntamento con gli amici di Attivamente è per il prossimo anno, mentre in questo 2025 vi suggerisco di inserire Casa Buonarroti tra i luoghi michelangioleschi assolutamente da visitare a Firenze.
