Le lanterne del Caparra

Certamente ognuno di voi conoscerà l’espressione “dare la caparra” e il suo significato. Ma forse non tutti sanno che questo modo di dire nasce a Firenze nel Quattrocento e ha per protagonista un avveduto fabbro al servizio delle più ricche famiglie della città.

Palazzo Strozzi
Ph. credits Wikipedia

A poca distanza dalla centralissima Piazza della Repubblica si può ammirare l’elegante Palazzo Strozzi, residenza di una delle più potenti famiglie fiorentine del passato.

Per la sua opposizione a Cosimo il Vecchio de’ Medici, Filippo Strozzi fu esiliato nel 1434 e poté rientrare a Firenze solo nel 1466. Da allora egli trascorse altri 16 anni per “far posto” al suo palazzo, che egli intendeva costruire come “il più grande e bel palazzo” della città. Così, dopo aver acquistato terreni e immobili nell’area dove sarebbe sorto l’edificio, nel 1489 incaricò Benedetto da Maiano, uno dei migliori architetti dell’epoca, di dare inizio ai lavori. In realtà è molto probabile che l’anziano maestro non abbia fatto altro che fornire un modello e che il cantiere sia stato diretto prima da Giuliano da Sangallo e poi da Simone Pollaiolo, detto il Cronaca. Filippo Strozzi non vide mai il suo magnifico palazzo terminato perché morì nel 1491, mentre i figli iniziarono ad abitarci nel 1504, a costruzione non ancora ultimata. I problemi economici della famiglia e la loro opposizione a Cosimo I de’ Medici rallentarono i lavori che vennero finiti solo nel 1538 da Baccio d’Agnolo, lasciando peraltro una parte della facciata e del cornicione incompiuti.

Gli anelli per cavalli del Caparra

Per gli arredi esterni in ferro battuto ci si rivolse a Niccolò Grosso detto il Caparra, un abile artigiano fiorentino dell’epoca, ricordato persino nelle Vite di Giorgio Vasari per la sua bravura.

Egli però era altrettanto noto per una sua particolare abitudine, ossia quella di non iniziare mai un lavoro senza prima ricevere un acconto.

Pare che anche Lorenzo il Magnifico fosse un suo cliente e che sia stato proprio lui a dargli questo soprannome. Il fabbro realizzò le torciere, i porta fiaccola e gli anelli per cavalli, decorati con animali fantastici e le mezze lune simbolo della famiglia Strozzi e le belle lanterne a forma di tempio poste ai lati del palazzo. Gli spuntoni visibili sulle estremità ricordano dei mazzi di cipolle, ai quali forse il Caparra si ispirò per la presenza del mercato nella vicina piazza, dove appunto si vendevano, cipolle, cocomeri e altri ortaggi.

Una lanterna del Caparra
Foto Sailko

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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