Il Tesoro dei Granduchi

Il Tesoro dei Granduchi (fino al 2015 chiamato Museo degli Argenti) si trova nelle stanze al piano terra e al mezzanino di Palazzo Pitti in quelli che furono gli appartamenti estivi della famiglia Medici. I bellissimi affreschi delle sale di rappresentanza vennero eseguiti in occasione delle nozze tra Ferdinando II e Vittoria della Rovere. Il museo conserva numerosi oggetti di oreficeria, vasi in pietre dure, avori, ambre e argenti antichi ma ha anche una importante sezione dedicata ai gioielli contemporanei.

La sala di Giovanni da San Giovanni

Il Museo degli Argenti venne allestito alla metà dell’Ottocento riunendo il cosiddetto “Tesoro di Salisburgo“, appartenuto a Ferdinando III di Lorena, con ciò che restava del “Tesoro Mediceo“, a cui si aggiunsero vari oggetti provenienti dalla Tribuna degli Uffizi, gli avori e le ambre del Bargello e i gioielli di Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente del ramo granducale.

Il percorso di visita inizia dalle due sale che appartenevano al nucleo originario del palazzo, costruito nel Quattrocento per il banchiere Luca Pitti.

La prima stanza è dedicata a Lorenzo il Magnifico (di cui si può vedere un ritratto e la maschera funebre) e contiene 16 vasi della sua collezione di pezzi antichi su cui vennero incise le sue iniziali in onice, diaspro e ametista. Con la cacciata dei Medici, il figlio Giovanni, diventato papa con il nome di Leone X, portò la raccolta a Roma dove suo cugino Giulio (anche lui diventato papa con il nome di Clemente VII) li fece trasformare in reliquiari. Nel 1532 i vasi tornarono a Firenze e vennero collocati nella tribuna appositamente realizzata da Michelangelo nella contro-facciata di San Lorenzo ed esposti al pubblico una volta l’anno. Svuotati del loro contenuto alla fine del Settecento, vennero trasferiti agli Uffizi e negli anni Venti arrivarono al Museo degli Argenti.

I vasi di Lorenzo

La piccola sala attigua viene chiamata Grotticina, che nel Seicento venne decorata con un motivo a grottesche. Guardando a destra sotto la finestra ci si accorge che c’è una fontana, perché questa era la stanza in cui la Granduchessa Vittoria della Rovere veniva a lavarsi i capelli.

La Grotticina di Vittoria della Rovere

Tornando indietro verso l’atrio d’ingresso entriamo nelle sale di rappresentanza che si affacciano su Piazza Pitti e fanno parte del primo ampliamento del palazzo voluto da Cosimo II de’ Medici eseguito tra il 1618 e il 1624.

Sala di Giovanni da San Giovanni (parete d’ingresso)

Il primo ambiente è chiamato Sala di Giovanni da San Giovanni e in passato aveva la funzione di anticamera della sala d’udienza, ma serviva anche a collegare gli appartamenti del Granduca con quelli della Granduchessa e nelle occasioni importanti, per allestire banchetti e ricevimenti. Vista la sua funzione pubblica, la sala venne decorata con affreschi di contenuto storico e dinastico, in occasione delle nozze tra Ferdinando II e Vittoria della Rovere, celebrate in forma privata il 1° agosto 1634 e poi con cerimonia pubblica nel 1637. Il matrimonio è raffigurato nel grande affresco del soffitto dipinto da Giovanni da San Giovanni, in cui si vedono le Parche che tagliano i rami secchi di una quercia (simbolo araldico dei Della Rovere di cui Vittoria era l’ultima discendente) mentre un putto innesta l’ultimo ramoscello verde nello scudo mediceo. Tra il soffitto e le pareti si trovano le allegorie del Giorno e della Notte, delle Stagioni e dei Mesi con i reIativi segni zodiacali, in cui appare anche l’artista ritratto con un granchio in mano (il segno del cancro, nel mese di giugno).

Sala di Giovanni da San Giovanni (soffitto)

Per le pareti il tema prescelto fu la Firenze di Lorenzo il Magnifico come nuova Atene delle Arti e delle Lettere. Giovanni da San Giovanni affrescò solo la parete di d’ingresso, suddivisa in tre scene: Il Tempo che tutto rovina e I Satiri che cacciano la cultura dal monte Parnaso in cui si vedono gli artisti, i letterati e le nove Muse che fuggono (l’ultima figura a destra è il cieco Omero), trovando rifugio in Toscana. Nel 1636 il pittore morì e la decorazione venne terminata dai suoi allievi: Cecco Bravo rappresentò Lorenzo Il Magnifico riceve il Corteo delle Muse e Lorenzo parla con la Prudenza per ricordare che la sua epoca fu contraddistinta dalla pace e dalla fioritura di tutte le arti. Nella parte di fronte all’entrata Ottavio Vannini dipinse Lorenzo siede in mezzo agli artisti, con la scena che si svolge nel Casino di San Marco, dove il giovane Michelangelo mostra al Magnifico una sua scultura. Ai lati si vedono Flora e Prudenza e Lorenzo e la Fede. Il ciclo pittorico si chiude con le storie eseguite da Francesco Furini, che mostrano Lorenzo alla villa di Careggi, circondato dai membri dell’Accademia Neoplatonica e la Morte di Lorenzo, con la guerra che minacciosa compare nel cielo.

I Satiri che cacciano la cultura
dal monte Parnaso
Ottavio Vannini, Lorenzo siede in mezzo agli artisti
Ph. credits Wikipedia

Per la decorazione delle successive sale vennero chiamati due pittori bolognesi esperti in quadrature, cioè di finte architetture dipinte, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. La prima sala era quella destinata all’udienza pubblica, dove il Granduca riceveva i sudditi seduto sul trono, circondato dai suoi ministri e cortigiani. E siccome il tempo del sovrano era prezioso, sulla parete a destra dell’entrata era scritta la frase: “Rado tu parla e sii breve e arguto“. Sulle pareti furono dipinti diversi personaggi che alludevano alla vita di corte, come il servitore nero, il bambino che gioca con la scimmia o i musicisti che suonano dal balcone, mentre al soffitto venne raffigurata l’Allegoria del Tempo.

Sala dell’udienza pubblica
Sala dell’Udienza pubblica (dettaglio affreschi)
Sala dell’Udienza pubblica (dettaglio affreschi)

Accanto alla sala dell’audienza pubblica vi era quella dell’udienza privata, destinata ai personaggi di alto rango che venivano ricevuti a colloquio con il Granduca senza la presenza della corte. La decorazione venne ultimata nel 1640 e aveva per tema la celebrazione di Ferdinando II, identificato nel grande condottiero Alessandro Magno raffigurato sul soffitto seduto su un carro tirato da cavalli bianchi. Alle pareti, le quadrature sono animate da altri personaggi di corte tra cui un ragazzo con un cannocchiale, evidente omaggio a Galileo Galilei.

Sala dell’Udienza privata
Sala dell’Udienza privata (dettaglio affreschi)

L’ultima sala su questo lato era l’anticamera per chi arrivava a palazzo in carrozza, dunque un ambiente prevalentemente di passaggio in cui la decorazione era dedicata alla celebrazione di Casa Medici, con i ritratti dei precedessori di Ferdinando II, posto al centro della volta del soffitto, nell’atto di ricevere la corona e lo scettro dalla mani di Giove. Nel Seicento il palazzo finiva qua (i rondò laterali non esistevano ancora) e il grande portone dava direttamente accesso al Giardino di Boboli. Tra gli arredi vi segnalo il grande stipo dell’Elettore Palatino, realizzato da Giovanni Battista Foggini nel 1709 come dono di Cosimo III per la figlia Anna Maria Luisa e il genero Johann Wilhelm di Neuburg. Per questo mobile vennero impiegati ebano, bronzo dorato, pietre dure, madreperla e cristallo e non a caso viene considerato uno dei pezzi più belli prodotti dall’Opificio delle Pietre Dure.

Terza sala di rappresentanza
Stipo dell’Elettore Palatino

Dalla terza sala di rappresentanza si accede alle sale abitate dai Medici affacciate sul retro (verso il giardino) e che hanno un soffitto più basso per la presenza del mezzanino: qui si possono ammirare le collezioni che facevano parte del Tesoro dei Granduchi.

Il tesoro di Coburgo

Nella prime due sale, già usate come bagno, è esposta la collezione di avori e reliquiari iniziata dal cardinale Leopoldo, fratello di Ferdinando II: nella prima stanza sono conservati pezzi realizzati nel Seicento da maestri tedeschi e fiamminghi, tra cui il cosiddetto Tesoro di Coburgo, composto da 27 vasi in avorio inviati a Firenze dal principe Mattias de’ Medici durante la Guerra dei Trent’anni. Nella seconda stanza, tra gli oggetti più antichi e pregiati ricordo il globo con supporto in ebano donato a Francesco I dal Duca Guglielmo V di Baviera nel 1582, opera del tornitore italiano Giovanni Antonio Maggiore di Milano e il ricco Reliquiario dei Santi Domenicani prodotto nelle Botteghe Granducali su disegno di Giovan Battista Foggini. La collezione dei reliquiari era peraltro assai più ricca in passato: conservata a lungo nella cappella del palazzo venne in buona parte distrutta nel 1799 dai francesi.

Il globo di Francesco I
Reliquiario dei Santi Domenicani
su disegno di G.B. Foggini (1713)

La sala delle ambre è stata invece identificata con la camera da letto di Gian Gastone e contiene le collezioni di oggetti appartenute a Maria Maddalena d’Austria, Cosimo III e il Gran Principe Ferdinando. Questa resina era molto usata dai sovrani prussiani come regalo di stato, ma trattandosi di un materiale molto fragile solo pochi pezzi sono arrivati fino a noi.

Vetrina con oggetti in ambra
Ph. credits Wikipedia
Giovanni Domenico Ferretti (1692-1768)
La giornata del Granduca Gian Gastone de’Medici
Il quadro, benché non di grande valore artistico, è una importante testimonianza di pittura “storica” fiorentina, che conferma il fatto noto da fonti scritte, della permanenza fissa a letto del sovrano negli ultimi anni della sua vita.

L’ultima sala del piano terra è chiamata sala delle pietre dure, un tempo usata come sala del Consiglio Privato. Molti degli oggetti esposti provengono dalla Tribuna degli Uffizi ed è probabile che non siano mai stati realmente usati dai Medici: tra quelli più antichi vi sono i manufatti degli artisti milanesi Gaspare Miseroni e dei fratelli Saracchi, nota famiglia di intagliatori di pietre dure, che si trasferirono a Firenze nel 1575 su invito di Francesco I e nel 1589 realizzarono la stupenda fontana da tavolo per il matrimonio tra Ferdinando I e Cristina di Lorena. Molto famosi sono anche il cosiddetto Vaso del Buontalenti, in lapislazzuli e oro, uscito dalle officine granducali nel 1583 e la Cassetta del Belli, commissionata da papa Clemente VII nel 1532 come dono di nozze per Caterina de’ Medici e Enrico II di Valois.

Il vaso del Buontalenti e un trofeo da tavola della bottega dei fratelli Saracchi (in cristallo di rocca a forma di uccello)
Fontana da tavolo realizzata per il matrimonio di Ferdinando I e Cristina di Lorena (1589)
Manifattura milanese, Fontana da tavolo a forma di galera (1575-1600)
Percorriamo la scaletta che nel Seicento univa gli appartamenti d’estate con gli appartamenti d’inverno (siamo praticamente al di sotto del bagno di Napoleone che si trova nella Galleria Palatina) per accedere al mezzanino, composto da due piccole stanze che al tempo dei Medici potevano essere aperte soltanto da un componente della famiglia.

La prima saletta è detta Sala dei Cammei, raccolti con passione dai Medici fin dai tempi di Piero il Gottoso, tutti esposti nella stessa vetrina al centro: tra questi il celebre Cammeo di Cosimo I (1557-62) di Giovanni Antonio de’ Rossi, uno dei più grandi del Rinascimento, che raffigura Cosimo, la moglie Eleonora e quattro dei loro figli e l’Ovale di Piazza Signoria realizzato nelle botteghe granducali da Bernardino Gaffuri e Jacques Bilivert per Ferdinando I nel 1599.

Cammeo di Cosimo I
Ovale di Piazza della Signoria

Nella saletta accanto sono esposti i gioielli di Anna Maria Luisa de’ Medici, di cui la maggior parte fatti in Germania all’epoca in cui era sposata con l’Elettore Palatino. La collezione venne trafugata a Vienna da Francesco Stefano di Lorena dopo la sua morte e fu riportata in Italia solo dopo la Prima Guerra Mondiale ed esposti nel museo nel 1923.

Collezione di anelli di Anna Maria Luisa
L’itinerario di visita si conclude nella sale del Tesoro di Ferdinando III di Lorena e delle nuove acquisizioni.

Nelle prime due sale si conserva il Tesoro di Salisburgo composto dagli oggetti acquistati dal Granduca durante il suo esilio in epoca napoleonica, come il curioso necessaire da viaggio con brocca, bacile, altare portatile e tutto l’occorrente per la toeletta quotidiana e la prima colazione. Vi sono inoltre collezioni di porcellane cinesi e giapponesi, una sala esotica con manufatti provenienti dall’Africa e l’America e un’importante sezione dedicata al gioiello contemporaneo donata da prestigiose manifatture italiane ed europee.

Necessaire da viaggio di
Ferdinando III di Lorena
Sala esotica
Sale delle nuove acquisizioni
Collezione di gioielli contemporanei con diadema di Cartier

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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