Il Cenacolo di Fuligno

Il Cenacolo di Fuligno si trova in Via Faenza all’interno dell’ex convento di Sant’Onofrio, fondato nel Trecento come ricovero per eremiti e poi destinato alle monache agostiniane. Nel 1419 il piccolo complesso con i suoi orti venne acquistato da Ginevra Bardi che lo fece completamente ristrutturare per accogliere le suore terziarie francescane di Foligno, una congregazione nata dalla Beata Angiolina di Marsciano e composta prevalentemente da giovani provenienti da nobili famiglie. I lavori furono completati in soli 10 anni e questo nuovo edificio venne chiamato il “Convento delle Contesse“, proprio per l’estrazione sociale di molte fanciulle, che desideravano dedicarsi a una vita di preghiera e povertà, pur senza rinunciare al contatto con il mondo esterno.

Chiostro del convento di Fuligno
Foto Sailko

Dopo il Concilio di Trento anche alle suore terziarie venne imposta la clausura e il monastero rimase in funzione fino alle soppressioni napoleoniche. Nel 1803 fu convertito in collegio per l’educazione di ragazze povere e orfane e confermato da Leopoldo II di Lorena al suo rientro in Toscana. L’antico refettorio veniva praticamente usato come magazzino e quando nel 1843 fu casualmente scoperto l’affresco sulla sua parete di fondo il Granduca decise di comprarlo e farne un museo. Il Cenacolo fu la primissima sede del museo archeologico e in seguito ospitò la collezione Feroni. Dal 1966 venne usato come deposito per le opere d’arte danneggiate dall’alluvione e nel 2005 è stato sottoposto a restauro. I locali dell’ex convento sono attualmente sede del Centro servizi e formazione di Montedomini.

La chiesa di Sant’Onofrio fu sconsacrata in epoca napoleonica e oggi viene usata per eventi e spettacoli. A destra si vede la facciata del convento trasformato in Educatorio femminile dagli inizi dell’800.

Il refettorio del convento di Fuligno venne affrescato con l’Ultima Cena da Pietro Perugino tra il 1493 e il 1496.

Il ritrovamento dell’opera aveva suscitato grande entusiasmo tra gli storici dell’epoca, che lo avevano inizialmente attribuito a Raffaello. Gli studi successivi hanno invece confermato il lavoro del maestro umbro, che in quegli anni aveva raggiunto l’apice della sua carriera: dopo l’esperienza alla Cappella Sistina, Perugino era tornato a Firenze – dove si era trasferito probabilmente già dalla fine degli anni ’60 del Quattrocento per svolgere il suo apprendistato nella bottega del Verrocchio – ma doveva pure recarsi spesso a Perugia e per far fronte alle numerose commissioni aveva messo su bottega in entrambe le città. Nella Firenze laurenziana, la delicata armonia della sua pittura, fatta di figure semplici e solenni che sembrano muoversi in un uno spazio senza luogo e senza tempo, venne accolta come ideale rappresentazione del pensiero neoplatonico, ma in seguito fu apprezzata anche da Girolamo Savonarola, che proprio in quella semplicità vedeva un’esaltazione della sua severa religiosità.

Ultima Cena di Pietro Perugino
Foto Wikipedia

Nel cenacolo di Fuligno, Perugino si ispira sicuramente all’affresco terminato nel 1486 da Domenico Ghirlandaio nel convento di San Marco, pur senza rinunciare a quegli elementi tipici della tradizione pittorica umbra e del suo personale percorso artistico. In effetti le due composizioni sono molto simili, con gli apostoli posti in due file accanto a Gesù, seduti su una spalliera in legno finemente decorata: sul gradino si possono leggere i loro nomi, mentre Giuda è come di consueto girato di spalle e rivolge il proprio sguardo verso lo spettatore. La grande tavola è apparecchiata con una fine tovaglia bianca e sul pavimento appare una decorazione a riquadri geometrici in marmi bianchi e rosa che sembra essere stata ripresa da una delle tavolette con le Storie di San Bernardino a Perugia, a cui l’artista aveva lavorato con Pinturicchio e altri maestri locali circa 20 anni prima. Un motivo che si rifa alla tradizione fiorentina fin dai tempi di Beato Angelico è la decorazione che fa da cornice alla lunetta entro la quale è dipinta la scena, ma la vera novità consiste nella grande “apertura” realizzata sullo sfondo, dove in lontananza si intravede l’Orazione nell’orto dei Getsemani. Perugino non si accontenta di mostrare un giardino alle spalle di Cristo e degli apostoli, ma vi colloca un grande loggiato, con alte arcate e i pilastri decorati da eleganti grottesche, oltre il quale compare il caratteristico paesaggio umbro, fatto di esili alberi e dolci colline. Un tema, quello del portico, che peraltro era già comparso in molte altre opere dell’artista (pensate alla bella Pietà degli Uffizi), ma che qui diviene un punto focale centrale verso cui converge lo sguardo dello spettatore.

Perugino, Pietà (1483-93) FIrenze, Gallerie degli Uffizi
Foto Wikipedia

Attualmente nella sala del cenacolo si possono ammirare anche gli affreschi di Bicci di Lorenzo (1430 ca.) provenienti da altri ambienti del convento, un Crocifisso ligneo di Benedetto da Maiano e l’Assunzione della Vergine di Valerio Marucelli, un tempo sull’altare maggiore della chiesa di Sant’Onofrio.

Orari

Il cenacolo di Fuligno è aperto soltanto nella giornata di martedì e la prima domenica del mese dalle 8.30 alle 13.30. Ingresso gratuito.

Il museo è attualmente chiuso in osservanza del DPCM 8 marzo 2020 e successive modifiche.

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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