Simone Taddei, maestro fiorentino del cuoio

Alcuni giorni fa sono passata a trovare il maestro pellettiere Simone Taddei nella sua storica bottega in via Santa Margherita, a due passi dalla Casa di Dante. Conosco Simone ormai da qualche anno e sono stata da lui in più occasioni, perché ritengo che sia una tappa obbligata per tutti quei visitatori che desiderano scoprire il mondo dell’autentico artigianato fiorentino.

Questa volta però ci sono andata in veste di blogger insieme alla mia “fotografa di esperienze” Patrizia Messeri.

Ho chiesto al maestro di parlarmi del suo lavoro, che consiste nella produzione secondo antiche tecniche di raffinati oggetti in cuoio interamente realizzati a mano: scatole di varie forme e misure, cornici, cofanetti o portagioie, portamonete, portasigari e articoli da scrivania coordinati.

Simone ha iniziato a raccontarmi di come, tra tante difficoltà, stia portando avanti la lunga attività di famiglia, iniziata nel 1937 dal suo bisnonno, calzolaio specializzato in scarpe da ballo per uomo. Lui ha cominciato da ragazzo, affiancando il babbo e il nonno, che gli hanno trasmesso sia la passione per questo mestiere, sia l’esperienza necessaria per creare prodotti di eccellenza, che richiedono una lunga e complessa lavorazione, con un minimo di 32 passaggi e tempi che vanno dai 20 ai 60 giorni. Dunque ogni pezzo che esce da questo negozio è assolutamente unico e apprezzato proprio perché curato nei minimi particolari.

Mi faccio descrivere meglio le fasi di lavorazione, che vi riassumo brevemente, perché sarebbe una cosa molto lunga da spiegare in dettaglio, pur tenendo sempre presente che questo lavoro è fatto di tanti mestieri messi insieme e prevede una serie di competenze e conoscenze che si acquisiscono solo dopo molto tempo.

Ciascun articolo nasce partendo da una forma di legno che prima di tutto deve essere rivestita con strisce di spalla a cuoio – lo stesso materiale usato per la suola delle scarpe – un tipo di pellame spesso e duro, che prima di essere applicato va tenuto in bagno per almeno un paio di giorni (altrimenti sarebbe impossibile da lavorare). Le strisce di cuoio vengono tagliate a misura e devono aderire perfettamente al modello e siccome saranno incollate solo ai bordi, Simone ricorre a degli speciali “elastici” neri per fissarle alla struttura.

Dopo una serie di altri passaggi l’oggetto è pronto per il secondo rivestimento, per il quale viene usata una speciale concia in vitello naturale, più morbida al tatto e dal caratteristico effetto velluto. Simone mi spiega che la spalla di cuoio viene usata per la struttura dell’oggetto proprio perché è una materia più grezza e resistente, ma non sarebbe assolutamente adatta per la fase successiva, cioè quella della colorazione.

Anche la tintura viene effettuata da lui in bottega (a dire il vero aveva provato a rivolgersi a una ditta specializzata, ma si sono arresi prima di partire!) usando i colori di base, da cui, con gli opportuni trattamenti, riesce a ottenere tonalità di rosso che vanno dal bordeaux al mogano, fino alla testa di moro, il blu e il verde. Il colore che viene passato sul rivestimento è opaco, per cui occorre brunire la superficie a caldo con appositi ferri per renderlo brillante e lucido. La stessa procedura viene ripetuta per stendere la cera protettiva che conferisce l’aspetto finale all’oggetto. Eppure il lavoro non è ancora terminato perché “l’anima” di legno è ancora al suo interno e dunque va tagliato con uno speciale trincetto per rimuovere la forma e rifinirlo dentro.

Ecco quindi come una semplice forma di legno si trasforma in un articolo pronto per la vetrina: questo è uno dei miei preferiti, “l’ostrica” portagioie color cuoio.

Simone Taddei vi aspetta nella sua bottega nel cuore del centro storico di Firenze, dove continua a tramandare la nobile arte del cuoio.

A proposito se lo cercate in rete non troverete né un sito internet, né profili social. Bisogna proprio che ci andiate di persona 😉

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

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