Irma e la “sarto-terapia”

Questa puntata di Resilienza Rosa mi ha portato in via Gran Bretagna a Firenze, dove ho fatto visita alla maestra artigiana Irma Schwegler, titolare della Old Fashion Sartoria. Nata a Lucerna, in Svizzera, questa brillante e simpatica signora di 56 anni, si è trasferita qui nel 1991 e dopo varie esperienze nel settore della moda e della confezione, nel 2002 ha deciso di aprire la sua bottega e lanciare la sua idea di sartoria artistica.

Irma realizza capi di abbigliamento e accessori per uomo e per donna di alta qualità e su misura, prodotti con tessuti ricercati e fibre naturali (lane cotte, lino e seta).

Ogni articolo che esce dal suo laboratorio è frutto della creatività e del grande amore che ha per questo mestiere fin da bambina.

Irma, si potrebbe dire che sei nata con l’ago in mano..«Sono la quinta di otto figli e sono cresciuta in una famiglia in cui si era abituati a fare di tutto: da piccola ero molto curiosa e volevo imparare a cucire come la mamma e la nonna. Stavo molto attenta a tutti i passaggi e loro mi hanno insegnato a fare i primi lavoretti». La persona che l’ha maggiormente indirizzata verso le sue scelte, però, è stata sua sorella maggiore: «Maria ha voluto fare la sarta e io l’ho seguita: lei è sempre stata di grande ispirazione per me, mi ha aiutato a crescere e ancora oggi abbiamo molte cose in comune».

Al suo arrivo in Toscana Irma è rimasta colpita dalle linee e dai “tagli” tipici del nostro abbigliamento e in particolare dal “country-chic”, che ha attirato la sua attenzione per la semplicità e il buongusto, l’uso di stoffe pregiate e la massima cura nei dettagli. «Ecco», mi ha detto, «quando ho visto quel tipo di abiti, ho pensato: è questo che io voglio fare nella vita» e da qui ha elaborato un suo stile personale, in cui la tradizione si lega con l’innovazione: pantaloni, gilet, mantelle, gonne e altri classici vengono rivisitati in chiave moderna e diventano pratici abiti da portare tutti i giorni.

Oltre al talento e la manualità, un altro elemento di fondamentale importanza in questo settore è lo studio delle materie prime con particolare attenzione alla sostenibilità e la ricerca di nuovi prodotti e strategie per l’innovazione dell’artigianato locale.

Parlando di tessuti ricavati dalle fibre naturali, oltre al lino e alla canapa (che tutti ben conosciamo) ho scoperto che le più recenti sperimentazioni hanno riguardato la ginestra e l’ortica: «Dall’ortica si ottiene un filato simile al lino, molto adatto per l’estate.. e non pizzica!»

Irma chi sono i tuoi clienti? «La mia è una clientela medio-alta, direi di nicchia. Si tratta di persone che amano i capi fatti su misura, di quelli che tornano perfettamente addosso.»

Vi è inoltre l’aspetto “umano” di questo lavoro e non inteso solamente come contatto fisico con le persone che si recano nel suo negozio.

Mi spieghi meglio che cos’è la “sartoterapia”?: «Veramente la parola l’aveva inventata per scherzo il mio compagno, al quale raccontavo spesso quello che mi succedeva durante la giornata. Le persone si confidano con me, soprattutto quando siamo da soli nel camerino di prova, magari mentre sto prendendo le misure per fare una giacca o una gonna nuova. Io semplicemente ascolto, ma questo a loro fa piacere, perchè in fondo il tempo che passano con me è un momento che dedicano a se stessi e se hanno un problema o una preoccupazione si sfogano e poi vanno via contenti. E allora il mio compagno diceva che stavano meglio perchè avevano fatto la seduta di sarto-terapia.»

Durante la mia visita sono rimasta anche molto colpita dal rapporto di Irma con i giovani.

Oltre ad essere una docente di modellistica e confezione presso lo IED – Istituto Europeo di Design, permette regolarmente agli studenti di svolgere il tirocinio presso la sua bottega ed è assolutamente convinta dell’importanza dell’insegnamento per trasmettere ai ragazzi la passione e gli strumenti necessari per portare avanti questo mestiere. E’ così che qualche anno fa è arrivata Veronica, che dopo i corsi ha iniziato a lavorare nel suo laboratorio e oggi è praticamente diventata la sua “mano destra”. Ho trovato bellissimo il loro rapporto: una collaborazione intensa e un’intesa perfetta, che si è rivelata, ad esempio, quando ho chiesto a Irma di descriversi con 3 aggettivi e a rispondere è stata Veronica con “AAA: appassionata, artistica, agguerrita”.

La crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 ha colpito anche la Sartoria, che è rimasta chiusa per oltre due mesi: Irma mi confessa di aver vissuto molto male i primi giorni di lock down, ma poi ha iniziato a pensare a cosa poteva fare e ha usato quelle settimane per migliorare la vendita on line sul suo sito:«Abbiamo introdotto la novità delle mascherine in cotone lavabili: le prime sono state vendute in America e sono disponbili in venti tipi diversi, su internet e in negozio.»

Come si svolge una tua giornata tipo adesso? «La giornata tipo non esisteva nemmeno prima, perchè ogni giorno da quella porta può entrare una persona con una richiesta diversa. Oppure attraverso il sito internet, tutto ormai è diventato imprevedibile. L’unica certezza che abbiamo in questo momento è che ogni mattina alle 8 ci sono le sanificazioni. Per il resto è difficile fare previsioni realistiche per il futuro, dobbiamo solo crederci e andare avanti giorno per giorno.»

Lascio Irma e Veronica a “fare cose” in bottega, anche perchè si è fatta l’ora di pranzo. Ma tornerò presto: quelle mascherine viola Fiorentina devono assolutamente essere mie 🙂

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Foto di Patrizia Messeri

Pubblicato da Elena Petrioli

Guida turistica di Firenze

4 pensieri riguardo “Irma e la “sarto-terapia”

  1. La dolcezza che trasmetti di persona, si intravede anche nel tuo raccontarti.
    Sai che orgoglio per me, Fiorentina trasferita in Svizzera, mostrare in mascherina della Viola fatta a mano da una vera Frau Schweiz!!!! Buon lavoro Irma e Veronica ⚜️⚜️⚜️

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